Bere e mangiare nelle taverne medievali -20 giorni
“Di
taverne, celle, osterie era costellata l'Europa medievale: da quelle lungo le
strade stagionalmente percorse da forestieri, mercanti, viaggiatori, soldati, a
quelle cittadine, distribuite lungo le strade e nei mercati, tra banchi di
carne e di frutta, di panni e altre merci, e affollate da salariati, venditori
ambulanti, servitori […] In molte di esse non solo si vendeva vino, ma si
servivano cibi di grande semplicità atti soprattutto a stimolare il bisogno di
riempire con frequenza il bicchiere e, addirittura, si approntavano giacigli
più o meno improvvisati per la notte”
Il titolo del corso di quest’anno
è ispirato al libro del 2008 di Rosella Omicciolo Valentini di cui abbiamo riportato un pezzo dell'introduzione. Se negli scorsi
anni, infatti, abbiamo approfondito i singoli ricettari e i Paesi di cui erano espressione (Maestro Martino, Forme of
Cury, Ménagier de Paris), quest’anno proviamo un'operazione diversa: L’idea è di
pescare dal nostro repertorio di ormai oltre 200 ricette e provare a
individuare alcuni piatti che ragionevolmente potevano essere proposti e
consumati nei locali pubblici dell’Europa del Basso Medioevo.
Il nostro fine sarà sempre lo
stesso, quello, parafrasando le parole della Omicciolo Valentini, di un Medioevo
a tavola “non immaginario o immaginato (come quello che oggi troppo
spesso ci viene proposto dalle numerose sagre, feste, cene intitolate a quel
periodo e che tuttavia con esso e con la sua cultura e civiltà poco hanno a che
vedere)” ma onestamente ri-costruito “nella sua realtà storica oltre che nei sapori
e nei profumi”.
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